Bere una buona birra è quasi un mantra per gli amanti di una delle bevande più famose al mondo! Ma il punto è imparare a riconoscere le migliori birre commerciali, per non incappare in errori grossolani che portano sulla nostra tavola un orrido liquido che ha ben poco a che fare con della buona birra. In questa guida impareremo a capire insieme quali sono le migliori birre commerciali in circolazione e soprattutto come fare per riconoscerle.
Birre commerciali: cosa scegliere tra bottiglia, lattina e altri formati
La regola fondamentale per scegliere le migliori birre commerciali è evitare qualunque formato che non sia una bottiglia di vetro di colore scuro. Ebbene sì! Non basta che la birra debba essere conservata in bottiglia, ma la bottiglia dev’essere in grado di mantenerla adeguatamente al riparo da fonti di luce e di calore. Uno degli agenti atmosferici che danneggiano di più la birra e il suo sapore è proprio la luce. La birra, in altre parole, è fotosensibile e le microparticelle del luppolo si alterano facilmente a contatto con fonti luminose producendo i cosiddetti mercaptani, non buoni per la nostra salute, né per il nostro palato!
State dunque alla larga da lattine, cartone e ogni altro formato che non sia una bottiglia di vetro scura.
Quali sono gli ingredienti della birra?
Le famose case produttrici di birra la sanno lunga in fatto di marketing, ma non si può di certo dire che ne sappiano altrettanto di birra fatta bene! Analizzare l’etichetta del prodotto risulta molto importante in ogni acquisto, soprattutto se si tratta dell’ individuazione di una buona birra di qualità. L’idea stessa che la si debba acquistare in un supermercato e non in uno shop specializzato limita di molto la scelta, tuttavia nei supermercati più forniti si può trovare una birra che accompagni degnamente la nostra pizza o le nostre pietanze.
Quali sono gli ingredienti ammessi per le birre commerciali migliori? La risposta è semplice e rispecchia le regole della classica tradizione birraria:
- acqua
- malto
- luppolo
- lievito
Null’altro. Capita spesso, però, di notare che oltre agli ingredienti base, in alcune birre vi sono altri elementi aggiuntivi come:
- cereali
- zucchero
- spezie varie
- segale
- frutta
- avena
Per quanto siano ingredienti che non determinano la qualità della birra, né migliorano il suo sapore, tuttavia non sono aggiunte da considerare con sospetto, pertanto rientrano tra le ammesse in etichetta.
Quel che invece bisogna evitare porta questo nome:
- coloranti o conservanti
- mais o riso
Se l’etichetta comprende uno o più di questi ingredienti è meglio riporre la birra nello scaffale!
La birra ha una scadenza?
Anche la birra come tutti i prodotti alimentari a lunga conservazione ha una data di scadenza, ben visibile sulla bottiglia. La ragione per la quale una lunga durata sia sinonimo di maggiore qualità risiede nel fatto che la birra viene sottoposta a un processo di maturazione chiamato invecchiamento, al quale va aggiunto il periodo di fermentazione. La conservazione in bottiglia, quale ultimo stadio della produzione birraria, è considerata la rifermentazione, cioè dire quel procedimento grazie al quale la birra continua a fermentare anche dopo il confezionamento in bottiglia. Più lunga dunque è la rifermentazione, migliore è la qualità.
La provenienza. La birra è presumibilmente di buona qualità se proviene da una di queste nazioni
In Germania la birra viene prima dell’acqua! Questa la dice lunga in fatto di tradizioni birrarie secolari che ogni anno fanno muovere milioni di persone nel mondo per l’Oktoberfest. Scegliere una birra tedesca è già una mezza garanzia, ma occhio alle indicazioni che abbiamo visto fino a qui: non devono mancare.
Il Belgio è la patria della birra per eccellenza. Se l’etichetta segnala il Belgio come paese d’origine allora forse si sta acquistando una birra discreta.
Gli Stati Uniti hanno imperato per anni nelle classifiche di produzione delle migliori birre al mondo e questo dato la dice lunga!
La Russia migliora di mese in mese nelle classifiche di produzione, è degna dunque di considerazione.
E l’Italia? Purtroppo non è una punta di diamante in fatto di produzione birraria, tuttavia, qualche nome di birra buona è possibile rintracciarlo, vedi la birra rossa di Moretti.
Fatte le dovute premesse ecco i nomi delle migliori birre commerciali:
Chimay, rossa, bianca o blu, qualunque sia la scelta non sbaglierai. La si trova nei due classici formati da 33 o 75 cl ed è considerata in vetta alla top ten di birre al mondo: un motivo ci sarà!
Se preferite una bionda ad alta fermentazione allora scegliete Duvel, la belga che fa parlare di sé per il suo gusto ottimo.
Bière du Boucanier Dark Ale assolutamente da provare per il gusto equilibrato e la buona qualità.
Moretti Rossa o Moretti Gran Cru, degne di stare entrambe in questa classifica.
Ma i nomi non finiscono qui. Se ti trovi in un supermercato e trovi una di queste etichette devi considerarti molto fortunato: Paulaner Salvator, Fuller’s, Westmalle, Rochefort, La Trappe, La Chouffe, Brùton, Mastri Birrai Umbri, Baladin, St Feuillien, Orval, Brakspear, Samuel Smith.
E se queste indicazioni non ti bastassero allora scegli di individuare in etichetta uno di questi simboli e non sbaglierai: AIT, RAIB, CAMRA, sono alcuni dei nomi rispondenti alle certificazioni di elevato standard di qualità. La presenza di questo bollino, ti eviterà un controllo minuzioso e accurato e ti darà la certezza di acquistare una delle migliori birre commerciali!